The Handmaid’s Tale: qui è dove vive il femminismo silenzioso
Immaginate di essere catturate, di dover lasciare il lavoro e la vostra indipendenza economica, di abbandonare forzatamente la casa dove ogni giorno fate colazione, l’anima gemella e addirittura vostra figlia. Terribile vero? Questo è quanto accade a June (Elisabeth Moss) protagonista della bellissima serie The Handmaid’s Tale, una ragazza affascinante, coraggiosa ed ambiziosa insomma una di noi.
Questa serie TV ha catturato il mondo intero ed ha collezionato tantissimi riconoscimenti (dagli Emmy’s ai Golden Globe). June è inserita in un contesto futuristico, la repubblica di Gaalad (nella serie TV Gilead) un luogo in cui solo gli uomini dettano le regole.
Ci sono le mogli, quelle con l’abito verde (se avete visto la serie), eleganti, ricche e che seguono ogni indicazione del loro consorte, donne incapaci di procreare che si affidano a queste famose ancelle (come da titolo) per costruirsi una famiglia. Ci sono le “Marta” delle serve/governanti che indossano un uniforme grigia.
Ci sono i comandanti, imprenditori e politici arroganti che emettono sentenze, punizioni e vietano a chiunque di leggere e la possibilità di esprimere sé stessi (tutti devono seguire un preciso dress code, uno specifico comportamento e non possono scegliere chi amare e cosa amare, infatti ogni forma di omosessualità è proibita e punita severamente).
Ci sono le ancelle, le ragazze ancora in grado di procreare inizialmente inserite in uno specifico training capitanato da Zia Lydia (una donna dalle mille sfumature che vi spiegherò al meglio nelle prossime righe). Ancelle che hanno come compito quello di: giacere con il marito/capo famiglia della casa di cui sono ospiti, di portare a termine la gravidanza e di lasciare poi il loro l’eventuale figlio/a ed in qualche modo dimenticarlo.
La società di Gaalad (Gilead) fa: paura, sottomette, tortura, punisce e soprattutto impone la maternità rendendo le donne delle schiave. Ricordate non esiste la libertà di scelta.
Vi segnalo inoltre che nella serie tv ci sono oltre a June altre figure femminili speciali da tenere d’occhio, la prima è Zia Lydia che vi ho accennato su, donna burbera, leader e colei che ordina alle ancelle cosa fare e soprattutto come comportarsi (testa bassa, poche parole e obbedienza). La Zia Lydia era un ex insegnante d’asilo che ad un certo punto a causa di una delusione amorosa scaglia tutto il suo odio verso un’altra donna (non aggiungo altro se no svelo troppi dettagli). Un’altra ragazza da tenere d’occhio e Moira, impetuosa, LGBT e grande amica di June. Moira era stata catturata e assegnata al gruppo delle ancelle ma ha sempre dimostrato una forte dose di coraggio e repulsione verso le regole Gaalad.
La serie tv è straordinaria per molti aspetti, vediamoli insieme:
- Perché fa di tutto per reprimere le donne, ma queste in qualche modo riescono sempre a vendicarsi o semplicemente a farsi ascoltare;
- Mostra come a volte le donne possano fare gruppo e aiutarsi;
- Svela gli istinti più vigliacchi dell’essere umano, stupri, violenze e falsità;
- Disegna un mondo dove la tolleranza è un lontano ricordo e in questi tempi di forti correnti nazionaliste, una riflessione è d’obbligo.
The Handmaid’s Tale viene trasmessa da Tim Vision, al momento sono presenti tre stagioni, per l’estate del 2020 è prevista la quarta edizione, e lo ammetto non vedo l’ora. Consiglio di vederla in lingua originale con i sottotitoli, le voci denotano molto la performance attoriale, soprattutto nel caso di zia Lydia (provate e poi mi dite cosa preferite). Buona visione.