Self Made: la prima donna afroamericana di successo
Da pochi giorni su Netflix è stata lanciata una mini serie (quattro episodi) che vede come protagonista Octavia Spencer (la ricorderete in tantissimi film, uno di questi è la Forma dell’acqua). Molti di voi si domanderanno di quale serie sto parlando, ecco a voi allora Self Made la biografia della prima donna di colore che ha raggiunto la fama in ambito cosmetico. Un viaggio alla scoperta: delle donne, della loro fragilità, del rapporto con la bellezza, del business nudo e crudo e soprattutto della difficoltà degli afroamericani a trovare una loro collocazione nel mercato del lavoro degli anni venti del novecento.
Self Made è il percorso intricato di Madame C.J. Walker, una donna nata povera (i genitori erano schiavi e lavoravano i campi nell’America del sud) ricca di ambizione e determinazione. In passato era una semplice casalinga che per tirar su qualche soldo lavava i panni su commissione, una professione faticosa che la stava demoralizzando fisicamente e psicologicamente. Il frutto di questa frustrazione si manifestò con la perdita dei capelli (alopecia) solo con l’arrivo di Addie e di una crema miracolosa tutto prenderà una piega inaspettata. Questo semplice unguento passato sui capelli ha permesso a Madame CJ Walker di recuperare i suoi amati capelli e di ritrovare la fiducia in se stessa.
Grazie al trattamento di Addie, la nostra protagonista capì subito l’importanza dell’estetica, lo stare bene con sé stesse e l’energia positiva che un’emozione del genere comporta. Iniziò così a proporsi come rappresentante/commerciante alla neo imprenditrice Addie. Una collaborazione non apprezzata e che viene bloccata sul nascere (gelosia, paura chi lo sa, quando le donne devono fare squadra chissà perchè qualcosa va sempre storto).
Dopo questo feedback negativo la signora Walker decide di realizzare il suo trattamento per capelli a casa e si fa aiutare dalla figlia. Inizia a sperimentare il prodotto su amiche e conoscenti e solo dopo tanti tentativi si rende conto di avere tra le mani un piccolo tesoro. Ecco che la dimensione “Business” di Madame CJ Walker prende il sopravvento, inizia la sua avventura nel mondo degli affari e inizia con un piccolo salone di bellezza a Indianapolis per poi far di tutto per far nascere una fabbrica.
I progetti sono tanti, la voglia non manca e come possiamo immaginare essere una donna in affari nei primi anni del 900 e soprattutto di colore in un paese profondamente razzista non era una missione semplice.
Madame CJ Walker oltre a seguire le proprie passioni doveva gestire: il proprio compagno (sempre più geloso del ruolo della moglie), la figlia e i suoi orientamenti sessuali, la concorrenza sleale dell’acerrima nemica Addie che fa di tutto per condurla al fallimento (la spia, cerca di rubarle i clienti e molto altro ancora) e l’ostilità da parte degli uomini (maschilismo a volontà).
Madame C.J Walker è un mondo interessante, tenete d’occhio: le scenografie, i balletti tipici di quel periodo storico che fanno da cornice e sipario ad alcune scene clou ed i costumi studiati con intelligenza. Non dimentico di segnalare che accanto a Octavia Spencer ci sono: Tiffany Haddish (interpreta la figlia Lelia), Carmen Ejogo (Addie) e Blair Underwood (il marito di Madame C.J Walker).
Sono solo quattro episodi che alternano: commedia, dramma e suspense. Una serie che scorre piacevolmente e che consiglio in questa fase drammatica dove le notizie sono quasi sempre negative e poco rassicuranti.
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