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Sharp Objects: Amy Adams e Patricia Clarkson raccontano il lato dark della realtà

Con l’arrivo dell’autunno il mondo televisivo ci propone tante di quelle serie tv che la clausura in casa sarebbe l’unica risposta possibile. Una delle produzioni che mi hanno incuriosita di più di recente è quella proposta dall’emittente HBO e dal regista Jean Marc Vallè (noto agli appassionati di tv per Big Little Lies). La serie di cui sto parlando è Sharp Objects, un prodotto di qualità tratto dai libri di Gillian Flynn (la stessa scrittrice di Gone Girl). Un cast d’oro che garantisce una resa ottimale, basta citare Amy Adams (talento pazzesco, e filmografia da fare invidia a chiunque) e Patricia Clarkson (una signora della recitazione).

Sharp Objects inquieta, ha una dimensione oscura e racconta la storia di: una famiglia, un’educazione repressiva, di emozioni negative e di come il mondo intorno nasconda molti retroscena oscuri.

Guardare questa serie, è come arrivare nella parte più profonda di sè, quella più nascosta e fragile che spesso ci spaventa. In merito a ciò Amy Adams ha dichiarato che durante le riprese soffriva di insonnia, era entrata completamente nel mondo emotivo del soggetto. Un ruolo fragile, e vittima di una dipendenza l’alcool.

Su VanityFair.com ci sono dei rumors in merito ad una possibile seconda stagione della serie, ma le incertezze sono ancora molte, una tra tutte quella del rifiuto da parte di Amy di far parte nuovamente del cast. Recitare nella prima stagione l’ha affaticata parecchio sul piano psicologico.

Sharp Objects ha tutti gli ingredienti per conquistarci, ed è una grande scommessa anche per la rete HBO che di recente ha avuto parecchie delusioni da True Detective e Vinyl (sospese prematuramente a causa dei bassi ascolti).

Se avete Sky lo trovate ogni lunedì sera alle 21.15 su Sky Atlantic.

 

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